Sono passati tanti anni dalla mia prima fotocamera Fujifilm, dal 2012 ne ho avute molte, non ho scritto recensioni a tutte, perché le evoluzioni miglioravano sempre il prodotto, ma la base e design rimanevano quelle. Stavolta, acquistando la Fuji X-E4, ho deciso di dedicarle un articolo con le mie impressioni, prima di tutto perché dopo tanti anni con la forma reflex, sono tornato alle origini, scegliendo la compattezza e la design a telemetro (in realtà il mirino è digitale).
Descrivere un luogo come Galleria Borghese è un’operazione troppo complessa, mi limiterò a condividere qualche scatto, consigliando vivamente di visitare questo magnifico luogo, che lascia emozioni inalterate nel tempo. Uno spazio relativamente piccolo con una densità di opere impressionante per valore e storia. Il link per informazioni, prenotazioni ed acquisti biglietti è il seguente: https://galleriaborghese.beniculturali.it/. Buona visione.
Noi fotografi siamo volubili ai cambiamenti, soprattutto per quanto concerne l’attrezzatura, ogni tanto c’è una necessità di razionalizzare ed essere minimali per cui ho deciso di vendere il magnifico Fujinon XF 90mm f/2 R LM WR e il Fujinon XF50mm f/2 R WR ed acquistare il Fujinon XF 56mm f/1.2 R, che in effetti sostituisce ambedue alla grande. Il primo è una lente magnifica, forse la migliore mai prodotta da Fujifilm, sfocato e autofocus eccezionali, grazie al quadruplo motore lineare di messa a fuoco, ma troppo pesante, come lente da tutti i giorni; il 50mm andava per forza sostituito per via della similitudine della focale, anch’esso però è una lente fantastica, considerando soprattutto il costo. Ma ora occupiamoci del 56mm.
Uno dei luoghi più belli mai visti, al ritorno dalla Maremma, essendo pomeriggio presto allungo verso la Tuscia e si decide di andare a visitare Palazzo Farnese a Caprarola, per finire in bellezza la breve vacanza, pochissima gente, si può visitare con molta calma, l’edificio voluto dai Farnese è un capolavoro progettato da Alessandro Farnese il Vecchio supportato da Antonio da Sangallo il giovane, ideatore della rocca a forma pentagonale fortificata tra il XV ed il XVI secolo. Affidato successivamente al Vignola, è caratterizzato da stanze dipinte, da un cortile interno e un giardino rinascimentale, gli “Orti Farnesiani” visitabili alla fine del percorso.
Erano decenni che non andavo a Capalbio, è interessante come la memoria si azzeri, per cui posso dire che è come la prima volta che ci andassi. Origini antiche, il castello omonimo fu donato da Carlo Magno all’Abbazia di S. Anastasio e S. Vincenzo alle Tre Fontane nel 805. Nel medio evo ha un passaggio abbastanza simile per tutta la zona, dagli Aldobrandeschi ai senesi fino a giungere ai Medici che lo tennero fino al 1737 nel Granducato di Toscana.
Dopo il mare si va a Talamone, per godersi il tramonto e per cercare del buon cibo, luogo antico dalle origini etrusche e romane, Tlamun per gli etruschi, Talamo per i latini e ancor prima Telamòn per i greci. Come tanti luoghi della Toscana il periodo di massimo splendore è il medioevo, possedimento degli Aldobrandeschi, che ci hanno lasciato la splendida rocca, fu dominio dei senesi un secolo dopo. Ceduto alla Spagna nel 1559. Sicuramente famoso per essere stata una metà per i mille di Garibaldi in viaggio verso Marsala.
Prima vera vacanza di quest’anno, destinazione Maremma zona Argentario e dintorni, per la scarsa disponibilità di posto, cerco verso l’interno, Magliano in Toscana dista pochi chilometri dalla costa della Maremma sia verso Argentario che Talamone. Appena arrivati colpisce la cinta muraria di origine medievale e rinascimentale senese; imponenti mura che delimitano il borgo, che internamente appare misto tra edifici e chiese antiche e costruzioni più recenti.
La mostra su Canova a Palazzo Braschi era uno degli eventi più importanti nella Capitale, aldilà del livello artistico dello scultore veneto, la sola location di Palazzo Braschi con affaccio su Piazza Navona, rende il tutto un capolavoro. Ottimo l’allestimento e l’illuminazione sempre molto difficile quando si tratta di marmo o gessi. Bisogna dire che la gran parte delle opere esposte sono gessi, i marmi originali scolpiti dall’artista sono una minoranza. Da godersi le ultime sale con i bellissimi scatti di Mimmo Jodice delle statue originali in marmo.
Tra le tante passioni personali, alla fotografia si aggiunge la cucina, sono cresciuto con una cuoca eccezionale, osservando e assaggiando ho cominciato a cucinare i primi piatti; adesso dedico volentieri il mio tempo a preparare un po’ di tutto, chiaramente cucina italiana, mi piace anche creare piatti contaminati da cucina mediorientale, indiana e sudamericana, utilizzando le relative spezie. Ogni volta che creo e fotografo un piatto lo pubblico, allora mi sono detto perché non creare una galleria completa degli ultimi anni.
Chi vive a Roma, spesso ha un sentimento contrastante di amore e odio, allo stesso tempo, con il luogo; la bellezza della città secolare si scontra spesso con la sua capacità di prosciugare le energie per la disorganizzazione, il caos, il traffico e spesso il vero e proprio degrado dovuto allo scarso senso civico di istituzioni e cittadini. Negli ultimi mesi, in qualche modo, ho cercato una sorta di riconciliazione attraverso il mezzo con cui mi esprimo meglio, la fotografia, in fondo la signora, nonostante l’età, si presta bene ad essere immortalata.