Foto Barbarano Romano
Eravamo partiti alla ricerca di binari morti e stazioni abbandonate, abbiamo invece scoperto un paese incontaminato, dove la vita ha il valore che semplicemente dovrebbe avere, Barbarano Romano si raggiunge dalla Cassia, venendo da Roma lo svincolo si trova dopo Capranica, qui la natura ed il paesaggio cambiano continuamente, tra foreste naturali e appezzamenti di terreno coltivati.
Un luogo che il tempo ha fermato per secoli, e la morfologia del territorio ha evitato all’uomo di compiere scempi, oltre le mura di Barbarano Romano, il Parco Regionale Marturanum abbraccia il paese con amore materno, ci addentriamo, il tufo è la materia prima del luogo dall’età del bronzo, agli Etruschi fino ai giorni nostri, come spesso ci capita alle emozioni dell’arte si alterna l’istinto primordiale della fame, vista l’ora tarda, dopo aver dialogato con una signora che produce bellissime stoffe al telaio, pochi metri avanti compare all’angolo la trattoria “La Pacchiona“, entriamo ed è un salto nel tempo, la struttura risale almeno al 1400, con camino in marmo tipico dell’epoca.
Ci accolgono brontolando un po’ per l’orario, ma poi si entra subito in amicizia, e ci facciamo raccontare un po’ di aneddoti del paese e del locale, scoprirò nei giorni seguenti che la Pacchiona era la sorella del nonno di un mio collega di lavoro, tornando a noi … ribollita, tartufo, vino rosso, vin santo e tozzetti, usciamo un po’ storditi, sperando che l’aria pulita ci risvegli un po’, incrociamo due signori intenti a spremere uva con un torchio d’epoca, anche loro ci accolgono cordialmente facendoci assaggiare il nettare degli dei.
Passeggiando ci riprendiamo e decidiamo di spostarci verso la zona di Blera e Monte Romano, ci facciamo trasportare e scopriamo un altro gioiello della zona, Civitella Cesi, piccolo e arroccato, particolarmente abitato considerando la posizione, anche qui la serenità e la cordialità degli abitanti mi fa riflettere su come l’ambiente sia determinante per l’equilibrio dello spirito, sempre più difficile da raggiungere per noi abitanti metropolitani.
Sulla strada del ritorno, sbagliando deviazione, ci ritroviamo di fronte a ciò per cui eravamo partiti, fagocitata dagli alberi e sterpaglie compare un edificio con la scritta Barbarano Romano Veiano, dipinta in rosso scuro su maioliche a sfondo giallo, è una delle stazioni della ferrovia Civitavecchia-Ronciglione, abbandonata da anni, meta soprattutto di ciclisti, dal momento che i binari sono assenti per lunghe tratte del percorso, terminiamo la giornata passando per Ronciglione visitando la vecchia stazione, ancora integra e abitata da privati.
Vincenzo Sagnotti © Tutti i diritti sono riservati.Si vieta la copia, l’estrazione, il collegamento ed ogni altro uso, in qualsiasi forma, non espressamente autorizzato di ogni materiale ed informazione contenuta nelle pagine del sito.