Foto San Gregorio da Sassola

San Gregorio da Sassola è un altro dei tanti gioielli presenti a due passi da Roma, le sue origini intorno all’anno mille con la costruzione del primo bastione del Castello Brancaccio, largamente rimaneggiato nel XVII secolo, proprietà della famiglia Brancaccio dal 1991 è di proprietà pubblica; da non perdere gli affreschi cinquecenteschi.

Devo dire che nel nostro peregrinare per borghi, è stata una mattinata particolarmente movimentata, mi sono sentito un po’ in una commedia all’italiana di Dino Risi. Di solito troviamo luoghi semidesertici, in questo caso invece l’intera popolazione era presente, non per accogliere noi, ma in attesa della messa all’aperto dedicata a Sant’Antonio Abate, protettore degli animali domestici, il che spiegava perché le persone portassero al guinzaglio pecore, cavalli, conigli e tutto ciò che la fattoria degli animali ci propone.
Nelle due ore in attesa del Vescovo, abbiamo visitato il castello, luogo magnifico, forse da trattare con un po’ più di attenzione, le sale affrescate o decorate con carte da parati pregiate riportano la mente a feste settecentesche frequentate da nobili con cipria e parrucconi.
Uscendo dal castello la scena si tramuta da reale a comico-surreale, a quanto pare, il corpulento Vescovo, vista la gelida tramontana, decide di spostare la messa nella chiesa posta a valle del paese; per cui ci ritroviamo un corteo di figure clericali, forze dell’ordine, popolazione che armata di sedie, croci, santi e animali domestici si apprestava a raggiungere il luogo di culto. La mia impressione è stata che parte dei presenti non abbia preso molto bene la scelta del Vescovo, dal momento che hanno atteso ore all’aperto sferzati dal gelido vento.

 


Vincenzo Sagnotti © Tutti i diritti sono riservati.
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