Visitando la Costa dei Trabocchi avevamo pianificato anche di vedere l’Abbazia di San Giovanni in Venere a Fossacesia, che domina la costa dai suoi 107 metri di altezza dal livello del mare. La struttura è composta da una basilica e dal vicino monastero, le origini sono datate verso il 1165, lo stile è cistercense. Nei secoli logicamente il luogo ha avuto notevoli ristrutturazioni ma è ancora possibile vedere traccia dei manufatti originali.
E finalmente anch’io giunsi ai trabocchi, sono ormai il soggetto più immortalato da molti fotografi o turisti, quindi niente scoop, però sono veramente felice di averli visti e di aver scattato foto. Sono delle strutture in legno, veri e propri ponti sul mare costruiti con la stessa tecnica delle palafitte, destinati alla pesca senza dover affrontare il mare; sembra infatti che le sue origini risalgano all’VIII d.C., pastori e contadini non essendo avvezzi al mare si sentivano più sicuri nel pescare avendo comunque un collegamento diretto alla terra.
Capestrano è uno dei luoghi che più mi ha lasciato il segno nel tour abruzzese, le sue origini sono molto antiche provate dal famoso ritrovamento del guerriero del VI secolo a.C., probabilmente una statua tombale a ricordare un membro importante dei popoli italici residenti nell’area. Purtroppo si può visitare soltanto una copia all’entrata del bellissimo Castello Piccolomini, che erge possente dal profile del borgo. Capestrano ha molti edifici in ricostruzione per i danni del terremoto, però è un vero piacere vedere la voglia di ritorno alla normalità.
Navelli è il luogo scelto per pernottare in questa vacanza abruzzese, si trova nell’omonima piana e i primi insediamenti risalgono al VI secolo, la struttura medievale comincia a svilupparsi dopo l’anno mille. E’ famoso per la produzione di zafferano che fu importato da monaci provenienti dalla Spagna nel 1200. Anche Navelli porta i segni dei terremoti susseguiti nei secoli, ancora oggi sono in restauro il Palazzo baronale Santucci che sorge nella parte giù alta del borgo e vari manufatti; mentre alcuni edifici in pieno centro sono ormai in stato di abbandono, distrutti da sismi passati.
Fontecchio è una delle tappe previste nel nostro peregrinare abruzzese, il borgo ha origini molto antiche che risalgono ai popoli italici presenti prima dello sviluppo e la crescita di Roma, già dal V secolo d.C. ha inizio l’aggregazione che portò alla formazione del luogo databile verso l’XI secolo. Ha una storia abbastanza travagliata fatta di numerose invasioni, dai barbari al medioevo fino ai mercenari, tra i quali il famoso Braccio da Montone, detto Fortebraccio, che nel XV secolo tentò di conquistare il borgo, che invece incredibilmente resistette.
Siamo davanti ad un vero capolavoro del romanico, La chiesa di Santa Maria Assunta e l’oratorio di San Pellegrino erano parte di un monastero, divenne tra il III ed il IV secolo luogo di sepoltura di San Pellegrino che fu martirizzato proprio presso Bominaco, il paese più vicino alla chiesa. Santa Maria Assunta fu costruita presumibilmente dopo il 1100, in stile romanico con tre navate, si presenta in tutta la semplicità ed austerità tipica del suo stile.
Prima tappa del breve, ma intenso, viaggio in compagnia di Gianluca e Danilo, in Abruzzo tra i borghi interni e la costa adriatica. Castel Camponeschi presso Prata d’Ansidonia è un castello borgo del XIII secolo, che componeva l’antico castrum di Prata. La fortezza prende il nome dalla famiglia aquilana che possedette il luogo fino alla dominazione spagnola. Si entra all’interno nella parte posteriore rispetto al cancello di entrata chiuso, dove le mura creano una breccia.
Poggio Catino e Catino sono due borghi che fanno parte dello stesso comune, ma dal momento che distano 900 metri l’uno dall’altro e che ognuno ha una sua ben precisa identità architettonica, dedicherò due articoli e gallerie fotografiche distinte. Si posizionano a quasi 400 metri di altezza dal livello del mare sul costone sud-occidentale dei Monti Sabini. Catino si caratterizza per il piccolo e grazioso borgo, da percorrere per arrivare a quello che è il suo simbolo, l’antica Torre Longobarda che svetta sul paese dalla particolare pianta pentagonale.